TONO ZANCANARO

L’amicizia e la stima per Tono Zancanaro (Padova, 1906 – 1985) come uomo e come artista hanno avuto un’importanza fondamentale per l’avvicinamento di Giulio Bargellini al collezionismo, sollecitando la sua curiosità per il pensiero artistico contemporaneo.

Zancanaro credeva che l’intelligenza dell’uomo si esprime attraverso il lavoro e, lui che era passato attraverso il fascismo, la seconda guerra mondiale e la resistenza, anche nei decenni successivi avvertiva la difficoltà dei tempi, ponendosi come persona e artista al servizio dei “diversi”, degli emarginati, dei poveri, identificando nella ragione la migliore arma di lotta contro ogni forma di sopraffazione. L’apertura alle relazioni interpersonali, l’essere libero da preconcetti per inclinazione e per scelta, hanno permesso all’artista di conoscere e intrattenere relazioni continue con le maggiori personalità della sua epoca, trovando ispirazione per una produzione incredibilmente ricca e versatile nelle tecniche del disegno, dell’incisione, della pittura, della ceramica, del mosaico, della fotografia.

 

Mai trasformata in un eclettismo anonimo, in virtù di una chiara caratterizzazione stilistica, la sua arte trova una linea di coerenza anche grazie al proporsi insistente di soggetti e temi, come nei cicli del Gibbo e dei Demopretoni – rispettivamente antifascista e anticlericale –, i Carusi e le Mondine di Roncoferraro, nonché l’infinita serie di figure femminili, dalle Levane alle Circi. Oltre all’apporto dato alla realizzazione di scenografie e costumi per i maggiori teatri italiani. Nell’arco di trent’anni ha realizzato un vasto corpus di illustrazioni di celebri testi letterari. A testimonianza del lungo rapporto di amicizia che li ha legati, Bargellini ha raccolto nel tempo numerose opere che restituiscono pienamente l’attività dell’artista.

LA BIOGRAFIA

Antonio “Tono” Zancanaro ( Padova 1906 -1985) si è avvicinato alla pittura nelgi anni ’30, in particolare grazie alla frequentazione di Ottone Rosai, che egli ha sempre considerato il suo maestro e con cui ha condiviso l’attenzione per il mondo degli umili e dei diseredati. Antifascista impegnato, ha frequentato molti personaggi del mondo universitario padovano e della cultura internazionale, viaggiando a lungo per conoscere l’arte e la storia in diversi continenti, di cui ha restituito nella sua arte temi, tecniche, suggestioni. Ha raggiunto la sua prima consacrazione con una grande personale al Palazzo dei Diamanti di Ferrara nel 1972, ed ha partecipato ad importanti esposizioni di carattere nazionale ed internazionale, mostrando una vastissima e versatile produzione in diversi ambiti espressivi, dal disegno alla pittura, alla ceramica, all’illustrazione, ed affermando un stile personale, volutamente fuori da schemi e tendenze.