MAURO REGGIANI

L’omaggio a Mauro Reggiani (Nonantola, 1897 – Milano, 1980) testimonia il lungo rapporto di stima e di amicizia che ha spinto Giulio Bargellini a collezionare le opere dell’artista fin dagli anni’70.

 

Interprete della svolta astrattista sotto la spinta dei grandi protagonisti dell’avanguardia europea, è stato tra gli espositori della storica prima mostra dell’astrattismo italiano presso la Galleria del Milione a Milano nel 1934, e tra i firmatari del primo Manifesto dell’Astrattismo italiano, movimento di cui è rimasto coerentemente uno dei maggiori protagonisti, ottenendo importanti riconoscimenti internazionali.

 

Il suo lavoro è improntato ad una controllata disciplina compositiva, orchestrata attraverso geometrie pulite sempre reinterpretate in chiave spirituale, sospese in atmosfere il cui rigore aspira ad una costruzione quasi architettonica dei rapporti spaziali. Il titolo “Composizione”, spesso reiterato nelle sue opere, attesta infatti la volontà radicale di uscire dalla rappresentazione, per indagare il linguaggio della visione nella sua purezza assoluta.

 

LA BIOGRAFIA

Esponente storico dell’astrattismo geometrico, Mauro Reggiani (Nonantola, 1897 – Milano, 1980) ha intrapreso con coerenza il suo percorso di ricerca personale subito dopo la Prima Guerra mondiale. Amico di Carrà, Funi, Marussing, tra il 1926 e il 1930 ha soggiornato a Parigi, dove è venuto a contatto con i maestri dell’avanguardia internazionale, tra cui Kandinsky. Rientrato in Italia, negli anni Trenta è stato tra gli artisti della Galleria Il Milione di Milano, firmatario del manifesto dell’astrattismo e amico di Gillo Dorfles, Bruno Munari, Mario Radice, Manlio Rho, Atanasio Soldati. Ha ottenuto importanti riconoscimenti – tra cui il premio della Biennale di Venezia e quello della Quadriennale di Roma – e le sue opere sono state esposte in innumerevoli mostre.