CESARE SIVIGLIA

Cesare Siviglia (Sevilla, 1918 – Roma, 2003) ha profondamente colpito Giulio Bargellini per la matrice interculturale della sua ricerca, dettata dall’integrazione tra la cultura latino-americana delle sue origini e le avanguardie occidentali, studiate in particolare dopo il suo definitivo trasferimento in Italia. Da questa fascinazione nasce una raccolta monografica, che consente di comprenderne i tratti salienti attraverso una selezione di opere di pittura, scultura e ceramica.

 

La personalità di Siviglia si esprime nell’incontro-scontro fra civiltà, alla ricerca di un solido equilibrio tra l’immaginario magico e simbolico dell’arte precolombiana e il percorso di sintesi “primitivista”, già intrapreso in Europa dai grandi maestri dell’avanguardia storica come Picasso, Matisse e Brancusi. Ne deriva un’arte personalissima e fervidamente inventiva, ancestrale e onirica, ma caricata di una forza comunicativa espressionista da cui trapela l’impegno civile e il desiderio di riscatto democratico dei popoli, di cui l’autore è sempre sensibile testimone.

 

Cogliendo echi del muralismo popolare, nella sua pittura il segno marcato di contorno e le campiture piatte definiscono figure dalle cromie accese e visionarie, le stesse che ritroviamo anche nella vasta produzione ceramica, dove le forme tendono a far dialogare sintesi astrattista e narrazione.

 

LA BIOGRAFIA

Nato nel 1918 a Sevilla, in Colombia, si è dedicato alle arti fin da bambino, guidato dal fratello pittore e affascinato dagli esempi della civiltà figurativa precolombiana, di cui ha approfondito la conoscenza viaggiando attraverso il Messico e altri paesi latino-americani. All’inizio degli anni ’50, dopo un viaggio in Europa e un soggiorno a Parigi determinante per l’evoluzione della sua ricerca, si è trasferito a Roma, dove è morto nel 2003. Le sue opere sono state esposte in numerosi contesti internazionali ed hanno ottenuto diversi riconoscimenti, in particolare nell’ambito della produzione ceramica.