NADO CANUTI

Autore della grande scultura che si impone nel parco del MAGI’900, Nado Canuti (Bettolle di Siena, 1929) è legato a Giulio Bargellini da molti anni ed ha condiviso con lui diverse esperienze anche in Africa, come attesta un’altra imponente opera nella raccolta di sculture italo-africane.

 

Dopo un precocissimo esordio come pittore autodidatta, l’artista si è dedicato alla scultura dalla metà degli anni Sessanta, elaborando un linguaggio peculiare, depurato nelle forme di aspirazione geometrica, ma sempre teso e dinamico nella ricerca di solidi incastri ed equilibri compositivi declinati all’infinito, talvolta drammatici, talvolta armonici. Il suo amore per i diversi materiali – cemento, legno, bronzo, marmo, resina, metalli preziosi – si è espresso in una ricerca di ampio respiro, attenta ad esplorare tutte le scale dimensionali, da quella monumentale delle grandi opere pubbliche a quella più intima del gioiello d’autore.

 

LA BIOGRAFIA

Nato a Bettole di Siena nel 1929, Nado Canuti si è formato come autodidatta. Impegnato nella Resistenza ancora giovanissimo, ha esordito come pittore nel 1950, ispirato dall’impegno civile condiviso con molti artisti della sua generazione. Dagli anni Sessanta il suo linguaggio espressivo si è incentrato sulla scultura, nel cui ambito ha progressivamente maturato un originale linguaggio, sospeso dapprima tra stilizzazione e veemenza espressionista nell’intento di esprimere il tema del dolore, poi virato verso una decisa sintesi astratta. Le sue opere sono state esposte in molti Paesi del mondo, dove ha ottenuto importanti riconoscimenti e allestito oltre settanta personali. Importante è anche la sua produzione per opere pubbliche di carattere monumentale e di arte sacra. Da molti anni vive e lavora a Milano.