17 Set I tesori della Chiesa Collegiata salvati dal terremoto
I tesori della Chiesa Collegiata salvati dal terremoto
8 settembre 2012 – 31 dicembre 2015
Nuovo allestimento delle opere d’arte salvate dal terremoto della Chiesa Collegiata di S. Maria Maggiore.
Tredici capolavori emiliani dei secoli XV – XVIII – tra i quali le imponenti pale d’altare di Lavinia Fontana, Guido Reni, Guercino, Scarsellino, Bartolomeo Passerotti – scampati al terremoto ma necessariamente rimossi dalla Collegiata di Santa Maria Maggiore gravemente danneggiata, saranno di nuovo visibili fino al termine dei lavori di restauro dell’edificio, offrendo alla comunità cittadina e al pubblico l’opportunità di continuare a fruire di un inestimabile patrimonio d’arte, storia e spiritualità.
Custodire un patrimonio di importanza fondamentale per la propria comunità è un atto di responsabilità, ma anche il riconoscimento di un ruolo che rende profondamente orgogliosi.
Le straordinarie opere d’arte sacra, alle quali ora il MAGI offre spazio e protezione, hanno un valore inestimabile, non solo per la loro altissima qualità artistica ma anche per la valenza devozionale, per il radicamento nelle tradizioni, per l’influenza che hanno avuto nella definizione dell’identità culturale della città a cui da secoli appartengono. Nell’emergenza causata dal sisma, mantenere vivo e difendere questo senso di appartenenza era una priorità di cui Giulio Bargellini ha subito ben compreso lo spirito, e la rapida sinergia trovata con gli altri protagonisti di questa vicenda esemplare – Parrocchia, Comune, Soprintendenza – ha confermato che, quando una comunità ha sogni, risorse e persone capaci di unirsi in una progettualità condivisa, anche nei momenti critici la ricchezza non si disperde; anzi, nelle circostanze difficili, l’intero sistema di valori si accresce, poiché tutti ne vedono con nuovi occhi l’importanza, sviluppando una sensibilità più attenta.
In un clima di forte coinvolgimento emotivo dei cittadini, che a una sola settimana dal terremoto avevano partecipato in processione al trasferimento del Crocifisso dalla Collegiata al Museo facendo di quel momento un rito collettivo di straordinaria evidenza simbolica, si apre ora una nuova possibilità di contemplare e condividere questo importante nucleo di opere, alle quali l’esposizione museale conferisce un’ottima leggibilità, consentendo al contempo il raccoglimento per la devozione.
Espressione della volontà di salvaguardare i valori di riferimento di un’intera comunità, l’idea di conservare ed esporre le opere nella grande sala del MAGI dedicata alla raccolta dei Maestri storici del ‘900 – dove spiccano ad esempio opere di Balla, Sironi, Depero, De Chirico, Savinio – trova poi un’ulteriore ragione di interesse nella possibilità di confrontare diversi momenti della storia dell’arte italiana, in un inedito dialogo che non mancherà di suggerire approfondimenti ed iniziative future.