12 Apr TUTTE!
Inaugurazione sabato 3 marzo ore 17.00
opere di:
Clara Brasca, Lea Contestabile, Marina Gasparini , Barbara Giorgis, Angela Occhipinti, Paola Paganelli, Carolina Paltrinieri, Sima Shafti, Ketty Tagliatti, Betty Zanelli
a cura di:
Valeria Tassinari
3 marzo – 8 aprile 2018
Ingresso libero
3 marzo nello spazio Open Box del Museo MAGI’900 sarà inaugurata la mostra TUTTE!, un’ampia collettiva in cui dieci artiste di diverse generazioni e la curatrice mettono in relazione i loro racconti, una sorta di “coro” di parole e visioni, in cui ogni testimonianza si fa portatrice di altre storie, vicinissime o lontane.
La mostra viene proposta in occasione dell’8 marzo per sottolineare che questo non è un giorno di festa, ma una ricorrenza fissata sul calendario della storia collettiva perché non si dimentichino mai le difficoltà che segnano la condizione femminile. Molte altre sono le date speciali per ciascuna donna, in ogni momento dell’anno, ma se questa giornata è ancora di tutte è proprio perché rappresenta una condizione condivisa di continua esposizione alle prevaricazioni e ai condizionamenti. Uno stato delle cose difficile da scalfire poiché, certamente con diversi gradi di intensità e in diversi contesti, rimane sempre e dovunque peculiare delle donne.
Nata dunque come progetto dedicato alle storie che ognuna abitualmente sente raccontare, legge, o vive in prima persona, attraverso dieci opere molto differenti sul piano tecnico la mostra raggiunge tuttavia una tonalità condivisa, proponendo i temi della forza, della perseveranza, della purezza, della fede, dell’illusione, della difesa della felicità e – inevitabilmente – anche della violenza di genere. Un fenomeno universale di cui qui si vuole soprattutto evidenziare quanto sia pervasivo e multiforme, partendo dalle piccole prevaricazioni, che tanto sottilmente si insinuano nelle esistenze quotidiane da rendersi quasi irriconoscibili, fino alle manifestazioni più eclatanti ma non ancora sufficientemente contrastate.
Pittura, disegno, scultura, fotografia, si intrecciano al cucito, alle trame e agli orditi, agli oggetti custoditi come relitti di vite delle quali mai abbastanza si sottolinea il valore. Parole dolenti che sono diventate immagini e immagini preziose fatte anche di parole, quelle che a tutte capita prima o poi di dire, di ascoltare, di guardare. Una testimonianza corale di forte impatto estetico, che innalza una sola voce chiedendo all’arte delle donne di mettere in gioco la sua capacità di essere sincera, di sottrarsi all’assuefazione, di restituire i fatti e i sentimenti nel modo lucido, delicato e profondo che raramente trova spazio nella narrazione pubblica.
Clara Brasca, milanese, si è diplomata al Liceo Artistico di Brera e si è laureata in Architettura al Politecnico di Milano, città dove vive. Durante gli anni di università ha lavorato presso studi di architettura ed ha collaborato free lance con riviste e case editrici come illustratrice, impegni che sono stati poi abbandonati per potersi dedicare totalmente alla pittura. Ha lavorato ed esposto in numerose gallerie sia in Italia che all’estero. La sua “ricerca” artistica è focalizzata sulla pittura ad olio e sulla figura con un taglio concettuale.
Lea Contestabile, aquilana, dopo gli studi l’Accademia di Belle Arti, ha operato come incisore presso la Calcografia Nazionale di Roma, grazie ad una borsa di studio dell’Accademia di San Luca. Insegna all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila. Ad un’ intensa attività artistica internazionale affianca un interesse crescente per il mondo dell’infanzia e nel 1995 ha fondato il MuBAQ-Museo dei Bambini dell’Aquila e, dopo il terremoto, realizza il progetto “Il Villaggio d’arte dei Bambini” a Fossa. Artista versatile realizza libri d’arte, video e spettacoli sperimentando ogni tipo di commistione di linguaggi insieme a musicisti e scrittori.
Marina Gasparini è nata a Gabicce Mare (Pesaro Urbino). Il suo lavoro si concentra sui luoghi dell’abitare e sul linguaggio come pratica di invenzione e di riformulazione della vita quotidiana. Dal 2001, l’uso di materiali tessili è un elemento costante in tutta la sua produzione e nella realizzazione di workshop, che ha tenuto in diversi contesti internazionali. Ha insegnato presso le Accademie di Belle Arti di Ravenna e Venezia, attualmente è docente a Bologna, dove vive. Ha all’attivo una intensa attività espositiva in Italia e all’estero.
Barbara Giorgis, modenese, si è diplomata in pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha iniziato a esporre nel 1987 a Palazzo Re Enzo a Bologna e ha partecipato alla Terza biennale donna a Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Nel 1991 inizia una ricerca esclusiva elaborando la sua ricerca sul disegno. Ha tenuto personali e collettive in Italia e all’estero, e ha partecipato come performer al Festival Filosofia di Modena del 2009 e del 2014. Ha inoltre collaborato con il designer Andrea Branzi e con l’architetto designer Paola Navone a Milano per la realizzazione di oggetti sculture.
Vive tra Modena e Milano dove è docente all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Angela Occhipinti, nata a Perugia, ha frequentato l’Istituto d’Arte a Firenze, specializzandosi in Arti grafiche e tecniche dell’incisione e è diplomata in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ha frequentato a Parigi le stamperie d’arte di Leblanc e Mourlot, a Bologna lo studio di Giorgio Morandi e, trasferitasi a Milano nel 1958, la stamperia d’arte Grafica Uno di Giorgio Upiglio. Nella sua intensa attività artistica ha privilegiato le tecniche d’incisione. Dagli anni Sessanta ha iniziato ad esporre nelle più prestigiose gallerie italiane e internazionali. Ha insegnato nelle Accademie di Macerata e Milano e vinto numerosi premi. La passione per il viaggio l’ha portata in tutto il mondo influenzandone profondamente il linguaggio simbolico e semantico.
Paola Paganelli, si avvicina all’espressione artistica negli anni Settanta, con un linguaggio prettamente pittorico. Negli anni Novanta la materia prende il sopravvento, portandola a realizzare le prime sculture in materiali poveri, come cemento, legno, gesso, ferro e tessuti. Nei primi anni Duemila l’idea di intrecciare fili di ferro, come a formare la maglia di un tessuto, la porta ad eseguire opere aeree, trasparenti, leggere. Dal 2012 ha iniziato un nuovo percorso in cui è il tessuto il materiale privilegiato, in alcuni casi ancora associato al ferro e al gesso. Ha esposto in numerose personali e collettive. Vive e lavora a Bondeno (Ferrara).
Carolina Paltrinieri, originaria di Finale Emilia (Mo), è una reporter attiva a livello internazionale. Dopo un periodo di formazione presso la Nikon School, con la quale ha intrapreso numerosi viaggi nel mondo coi migliori docenti di reportage, ha frequentato numerosi corsi di formazione. Ha delineato nel tempo uno stile autoriale che l’ha portata ad avere numerosi riconoscimenti in importanti concorsi nazionali ed internazionali. Ormai da alcuni anni è molto attiva in Etiopia, Paese di cui ha raccontato le difficoltà sanitarie, economiche e sociali. Per trasmettere a pieno i sentimenti dei soggetti fotografati e le loro storie ama avvicinarsi piano piano alla loro vita privata. Da tre anni lavora per la ONLUS “Amici di Adwa” come fotografa ed è Contributor Photographer di “Emergency”
Sima Shafti è nata in Iran. Si è laureata in comunicazione visiva all’università di Belle Arti di Tehran . Dal 1998 si è trasferita in Italia e ha frequentato il corso di Pittura di Concetto Pozzati all’ Accademia di Belle Arti di Bologna. Vincitrice del premio Zucchelli dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, sezione pittura, nel 2003 e 2004. La sua esperienza artistica si è svolta essenzialmente nell’ambito di grafica, pittura e installazione. Ha esposto in numerose personali e collettive. Vive e lavora a Ferrara.
Ketty Tagliatti, ferrarese, si è diplomata all’Accademia di Belle Arti a Bologna. Collabora con diverse gallerie con cui espone e partecipa a importanti fiere internazionali. Partita da una riflessione sull’arte informale, dopo il ciclo dedicato alle “poltrone”, nel 2000 si è trasferita in campagna, dove vive e lavora in un nuovo studio immerso nella natura, e questo le ha fatto cambiare il soggetto del suo lavoro. Prendersi cura della terra coltivandola e dividendola in spazi da attraversare quotidianamente, costituisce il nuovo materiale che le suggerisce tematiche diverse, sempre legate al disegno dal vero e al senso esistenziale del fare arte. Nasce così la serie delle rose che è a tutt’oggi il tema su cui concentra la sua ricerca. Ogni opera è per lei una pagina di diario, in cui ritualità, lentezza e pazienza del gesto hanno un ruolo determinante.
Betty Zanelli, bolognese, si è formata come pittrice all’Accademia di Belle Arti di Bologna e oggi lavora principalmente con la fotografia, il disegno e l’installazione. Ha vissuto e lavorato per molti anni a New York, poi di nuovo in Europa e più recentemente a Berlino dove ha realizzato diversi progetti artistici. Il suo lavoro più recente ha come oggetto l’indagine su alcuni aspetti dissonanti delle metropoli, luoghi abbandonati e in disuso o un tempo deputati al divertimento, una ricerca attenta al sociale approfondita attraverso i suoi viaggi. E’ docente di Decorazione e Fashion Design all’Accademia di Belle Arti di Bologna