Sima Shafti – Frammenti di memoria

Sima Shafti – Frammenti di memoria


Sima Shaftilogo piccolo a bassa con scritta aggiuntiva
Frammenti di memoria
a cura di Valeria Tassinari

fino al 12 luglio 2020

«La memoria delle donne è come un giardino in continua manutenzione, un luogo dove sementi disposte ordinatamente e coltivate con cura germogliano insieme a fioriture spontanee e ribelli; uno spazio discontinuo, dove aiuole ben delimitate si intervallano a oscuri margini di incolto; un recinto fragile, che custodisce fiabe e traumi, visioni e suoni, amori e distacchi, incanti e dolori, nidi e sepolture, e li lascia vivere insieme, perché il loro profumo si mescoli a quello della terra profonda appena smossa».

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Come ci ricorda Valeria Tassinari, curatrice della mostra, l’ampia

personale di Sima Shafti, allestita dal 7 marzo nello spazio OPEN BOX del Museo MAGI’900, è una riflessione sulla memoria femminile cui si accede da un cancello che l’artista lascia socchiuso, un varco che si apre sulla complessità che ci circonda, spesso radicata nel silenzio.
Così, invitandoci a varcare la soglia intima e perturbante di un giardino segreto, l’artista iraniana ci conduce dove la suadente bellezza di colori e forme della sua cultura d’origine non celano, anzi esaltano, la presenza di ombre oscure e dolenti, la malinconia inquieta di chi non dimentica che esistono la violenza, la fatica, l’ingiustizia, la prevaricazione, l’incertezza del futuro.

Una pittura sedimentata che evoca profumi persiani, installazioni preziose come tappeti antichi, annodati a scritture di incomprensibile poesia: opere che ogni volta si ambientano in modo differente nei luoghi espositivi, per raccontarci di un altrove sempre incombente e coinvolgerci direttamente.

Sima Shafti è nata a Rasht, in Iran, nel 1966.Comincia a dipingere sin da piccola, e si è laureata in comunicazione visiva all’Università di Belle Arti di Teheran. Tuttora Shafti si considera un’allieva del compianto Mohammad-Ebrahim Jafari, celebre pittore e poeta iraniano che ha incontrato all’inizio della sua carriera artistica. Si è trasferita in Italia nel 1998 per proseguire gli studi all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove ha frequentato il corso di pittura di Concetto Pozzati.
Sin dal primo giorno della sua ricerca artistica non ha mai smesso di trarre ispirazione dai suoi ricordi e dalla sua memoria per dipingere tele malinconiche e nostalgiche. Oltre alla preparazione accademica, Shafti sperimenta e approfondisce la sua conoscenza in molti ambiti quali la pittura, il graphic design, l’installazione. Per due anni consecutivi, nel 2003 e nel 2004, ha ottenuto il Premio Zucchelli conferito dall’Accademia di Belle Arti di Bologna, e ha partecipato a numerose esposizioni. Insieme al marito ha fondato l’atelier Artmelograno a Ferrara.