CARLO LEVI

Oltre alle opere pittoriche già presenti nella collezione storica del museo, di Carlo Levi (Torino, 1902 – Roma , 1975) il MAGI’900 possiede un nucleo di bozzetti per costumi di scena, inedito e prezioso, perché documenta un aspetto particolare dell’attività dell’artista e scrittore.

 

La raccolta custodita dal museo è, per di più, legata ad una pellicola andata purtroppo quasi totalmente perduta, il film Pietro Micca, realizzato nel 1938 con la regia di Aldo Vergano, di cui restano solo 5 minuti al Museo Nazionale del Cinema di Torino. Il film, un racconto della vita del martire impegnato nella difesa della cittadella di Torino, dove si fece saltare in aria per resistere all’assedio francese del 1706, venne girato con chiare intenzioni etiche e patriottiche. I bozzetti furono realizzati in collaborazione con Carlo Mollino, e attestano la fascinazione che l’artista ebbe per il mondo del cinema, nel cui ambito fece esperienze anche come scenografo (Patatrac) e sceneggiatore (Il grido della terra).

 

Figura di grande rilievo della cultura neorealista italiana del Novecento, Carlo Levi è stato infatti attivo sia in ambito letterario – come giornalista e come narratore con opere notissime quali Cristo si è fermato ad Eboli (1945), Le parole sono pietre (1955), Il futuro ha un cuore antico (1956) – sia nelle arti visive, nel cui ambito ha sempre rivendicato la libertà espressiva contro ogni regime, prendendo parte al Gruppo dei sei di Torino.

LA BIOGRAFIA

Nato in un’agiata famiglia ebraica, Carlo Levi (Torino 1902- Roma 1975) si è dedicato con passione alla pittura fin da ragazzo. Fondamentale per l’evoluzione della sua ricerca è stato il sodalizio culturale con Felice Casorati, Lionello Venturi ed Edoardo Persico, con i quali ha condiviso la passione per una pittura libera dalle imposizioni, legata ad una figurazione intimista ed antiretorica. A Torino ha fatto parte del Gruppo dei sei, con cui ha esposto in numerose occasioni, in Italia e all’estero. Apertamente antifascista, ha trovato un’ulteriore forma di espressione del suo impegno nel giornalismo e nella narrativa di taglio neorealista, come nel celebre romanzo Cristo si è fermato ad Eboli (pubblicato da Einaudi nel 1945) e in numerose altre opere letterarie attente alla condizione di vita degli umili. Per due volte è stato eletto Senatore della Repubblica come indipendente del Partito Comunista Italiano.